Tuesday, October 21, 2008

Prostatite abatterica: mito o realtà ?


La Prostatite abatterica, conosciuta in ambito scientifico come CPPS (Chronic Pelvic Pain Syndrome), è molto spesso causa di richiesta di consulto specialistico, ma al contempo è misconosciuta e sottovalutata dagli addetti ai lavori sia per la difficoltà di certezza della diagnosi sia per i frequenti insuccessi terapeutici.


Sintomi
La CPPS è caratterizzata da un dolore pelvico di causa ignota, che dura da almeno 6 mesi ininterrottamente.

I sintomi solitamente presentano un carattere ciclico con dei periodi di miglioramento seguiti ad altri in cui si avverte una recrudescenza degli stessi.

Il dolore può essere lieve o debilitante, e può irradiarsi dai glutei o dal retto, rendendo difficoltoso restare seduti.

Disuria, mialgia, fatica cronica, dolore addominale, bruciore costante all'interno del pene, frequenza ed urgenza urinaria possono essere presenti.

L'urgenza e la frequenza minzionale la fanno apparire simile alla cistite interstiziale (una infiammazione della vescica piuttosto che della prostata).

L'eiaculazione può essere fastidiosa o dolorosa a causa della contrazione della prostata durante l'emissione del liquido seminale benché il dolore muscolare e l'irritazione nervosa sono più comuni e devono essere considerati un classico segno di CPPS.

Alcuni pazienti riportano un calo della libido, disfunzioni sessuali ed erettili.

Il dolore post eiaculatorio è un sintomo che permette di distinguere i pazienti affetti da CPPS da quelli affetti da Ipertrofia prostatica benigna (IPB).

Teorie riguardanti l'eziologia
Ci sono differenti teorie riguardanti l'eziologia della CPPPS, fra queste meritano una menzione l'ipotesi autoimmune, per la quale però ci sono scarse evidenze, l'infiammazione neurogena e la sindrome del dolore miofasciale.

Le ultime due ipotesi, possono avere una genesi in disfunzioni locali del sistema nervoso causate da traumi passati o da una predisposizione genetica che in alcuni individui porta ad un'anormale ed inconscia contrazione della muscolatura pelvica che causa una infiammazione dei tessuti mediata da sostanze rilasciate dal sistema nervoso (come la sostanza P).

La prostata (e gli altri tessuti dell'area genitourinaria: vescica, uretra e testicoli) possono infiammarsi a causa dell'azione di attivazione che il sistema nervoso pelvico ha sui mastociti nelle terminazioni nervose.

Questa capacità dello stress di indurre infiammazioni genitourinarie è stato dimostrato anche in maniera sperimentale in altri mammiferi.

L'insieme di queste informazioni sembrerebbe suggerire che i batteri non abbiano un ruolo significativo nello sviluppo della CPPS.

L'osservazione clinica della riduzione della sintomatologia, in soggetti affetti da CPPS, a seguito di terapia antibiotica è stata testata in uno studio controllato a doppio cieco.

Tenuto conto del fatto che gli antibiotici possono avere un effetto antinfiammatorio, è possibile che questa tipologia di farmaci possa procurare dei benefici momentanei ai pazienti riducendo l'infiammazione piuttosto che eradicando i batteri".

Ad un anno di distanza da questa dichiarazione il Dottor Schaeffer ed i suoi colleghi hanno pubblicato uno studio che ha mostrato come gli antibiotici siano fondamentalmente inutili in caso di CPPS.

La teoria dell'infezione batterica , che è stata per lunghi anni la maggior spiegazione eziologia della CPPS è stata nuovamente sminuita in un altro studio del 2003 effettuato da un team dell'Università di Washington guidato dal Dottor Lee e dal Professor Richard Berger. Lo studio ha utilizzato due gruppi di individui, uno composto da soggetti affetti da CPPS ed un altro di controllo, con soggetti sani.

L'analisi delle colture dei secreti ha mostrato che un terzo dei soggetti di entrambi i gruppi aveva una conta uguale di ceppi batterici simili che avevano colonizzato la loro prostata.


Dalla pubblicazione di questi studi il focus di analisi per la CPPS si è spostato dall'eziologia batterica a quella neuromuscolare.
Possibile ruolo dei batteri difficilmente colturabili nella CPPS: Ci sono stati alcuni dubbi riguardanti il ruolo dei microrganismi non colturabili (criptobatteri).

Comunque, successivi attenti studi non sono stati capaci di replicare tali ritrovamenti ed i ricercatori medici sembrano concordi nell'affermare che la CPPS non è causata da un'infezione batterica attiva.


La Prostatite abatterica come forma particolare di cistite interstiziale (CI): Alcuni ricercatori hanno proposto che la CPPS sia una forma di cistite interstiziale. Un grande studio multicentrico randomizzato e controllato ha mostrato che Elmiron (pentosano polisolfato sodico) è leggermente superiore al placebo nel trattare i sintomi della CPPS. [16] Altre terapie che sono risultate superiori all'Elmiron nel trattamento della cistite interstiziale, come la quercitina e l'amitriptylina, possono risultare utili nel trattamento della CPPS.

Diagnosi
Non esistono test diagnostici definitivi per la CPPS.

Essa infatti è una sindrome poco conosciuta nonostante rappresenti il 90%-95% delle diagnosi di prostatite.

È stata diagnosticata in soggetti di qualsiasi età, con un picco massimo intorno ai 30. La CPPS può essere di tipo infiammatorio o non infiammatorio.

Nel primo tipo, le urine, lo sperma o il liquido seminale contiene pus, mentre nel secondo tipo non sono presenti residui di pus o leucociti.

Recenti studi hanno messo in discussione la distinzione tra le due categorie, da quando entrambe hanno dimostrato un'evidenza d'infiammazione considerando markers infiammatori più complessi, come le cytokine.

Nel 2006, un ricercatore cinese ha dimostrato che gli individui delle 2 categorie presentano un medesimo elevato livello di cytokine anti-infiammatorie TGFβ1 e di cytokine pro-infiammatorie IFN-γ nelle loro secrezioni prostatiche rispetto al gruppo di controllo; per tale motivo la misurazione del livello delle cytokine potrebbe essere usato per diagnosticare questo tipo di prostatiti.

In uno studio in doppio cieco è stata mostrata la presenza di un numero leggermente superiore di batteri nei secreti dei soggetti sani rispetto a quelli affeti da CPPS.

Il tradizionale test dei quattro bicchieri messo a punto da Stamey non è valido per la diagnosi di questa patologia e la sede dell'infiammazione non può essere localizzata in nessuna particolare area del tratto genitourinario.

Gli individui affetti da CPPS hanno una maggiore probabilità di soffrire della Sindrome della fatica cronica rispetto alla normale popolazione e di Sindrome del colon irritabile.

I livelli di PSA possono essere elevati sebbene non sia presente una neoplasia.

Terapia

Trattamento fisico e psicologico
Per la prostatite abatterica (Categoria III), detta anche CPPS o mioneuropatia pelvica, che rappresenta la maggioranza dei soggetti con diagnosi da "prostatite", si applica un trattamento chiamato Protocollo Stanford, sviluppato nel 1996 dal Professore di Urologia Rodney Anderson e dallo psicologo David Wise della Stanford University, è stato pubblicato nel 2005.


Il protocollo consiste nella combinazione di una "terapia psicologica" (la paradoxical relaxation, che è un adattamento specifico alla CPPS di una tecnica di rilassamento progressivo sviluppato da Edmund Jacobson durante il XX secolo), fisioterapia (basata sull'individuazione di trigger point all'interno del pavimento pelvico e sulla parete addominale) ed esercizi di stretching che aiutano ad ottenere un maggiore rilassamento del pavimento pelvico.


Nonostante questi studi appaiano estremamente incoraggianti, sono attese prove definitive sull'efficacia del protocollo.


Secondo questo approccio la CPPS potrebbe avere come sua unica causa iniziale l'ansia, vissuta in maniera compulsiva. È stato teorizzato che lo stress abbia la capacità, in alcuni soggetti predisposti, di sensibilizzare la zona pelvica conducendo ad un circolo vizioso di tensione muscolare che aumenta con un meccanismo di feedback neurologico (neural wind-up).


L'attuale protocollo si focalizza sul rilassamento dei muscoli pelvici ed anali (che solitamente presentano dei trigger points) attraverso sedute fisioterapiche interne (per via anale) e massaggi esterni, oltre a tecniche di rilassamento progressivo che hanno l'obiettivo di interrompere l'abitudine di focalizzare l'ansia e lo stress sulla muscolatura pelvica.

Le tecniche di biofeedback che re-insegnano come controllare la muscolatura pelvica possono essere utili in caso di CPPS.

L'esercizio aerobico può aiutare coloro i quali non soffrono della Sindrome della Fatica Cronica e/o non acusano un peggioramento dei sintomi con l'esercizio fisico.

Intolleranze alimentari

Evidenze aneddotiche suggeriscono che le allergie e le intolleranze alimentari possono avere un ruolo importante nell'esacerbare la CPPS, forse attraverso un meccanismo mediato dai mastociti.

In maniera particolare pazienti con intolleranze al glutine o celiachia riportano un notevole peggioramento dei sintomi dopo l'ingestione di glutine.

I pazienti possono trovare utile adottare una dieta ad esclusione, che diminuendo i sintomi porti ad una identificazione di problemi alimentari.


Terapia farmacologica
C'è una lunga lista di farmaci adottati per trattare questa sindrome.

Alfa bloccanti (tamsulosina,alfuzosina) sembrano avere un leggero effetto migliorativo sulla sintomatologia ostruttiva in soggetti affetti da CPPS;[la durata della terapia, per avere un certo grado di efficacia deve essere almeno di tre mesi .

La Quercitina ha mostrato la sua efficacia in uno studio randomizzato, in doppio cieco e con il controllo del palcebo, con l'assunzione di 500mg due volte al giorno per 4 settimane.

Successivi studi hanno mostrato che la quercitina è un inibitore dei mastociti, riduce l'infiammazione e lo stress ossidativo nella prostata.


Anche l'estratto di polline (Cernilton) ha dimostrato la sua efficacia in uno studio controllato. Terapie comunemente usate che non sono state valutate in maniera appropriata in studi clinici sono le modificazioni della dieta, gabapentin e amitriptilina.


Altre terapie sono risultate inefficaci in studi controllati: levaquin (antibiotico), alfa bloccanti per un periodo inferiore alle 6 settimane e l'ablazione della prostata per via transuretrale (TUNA).


Almeno uno studio suggerisce che l'approccio multimodale (rivolto a differenti obiettivi come l'infiammazione e la disfunzione muscolare simultaneamente) è migliore di una singola terapia in un'analisi di lungo periodo.


Prognosi
Negli ultimi anni la prognosi per la CPPS è migliorata notevolmente con l'avvento di terapie multimodali, sostanze fitoterapice e protocolli mirati al rilassamento della tensione muscolare attraverso lo scioglimento dei trigger point ed il controllo dell'ansia.


In conclusioni molto spesso, anzi quasi la maggioranza dei pazienti che accusano disturbi di vario genere e a volte in associazione tra loro riferibili alla sfera genito-urinaria, pur in mancanza di positività di alcun esame batteriologico, chimico o strumentale, sono affetti da questa forma di prostatite abatterica.


Anzi definirla solo Prostatite è sicuramente riduttivo.

Friday, June 06, 2008

Il punto su PROTESI PENIENE


Insieme alla diffusione delle nuove pillole aumenta anche la richiesta delle protesi peniene: 410 nel 2001, 510 nel 2002, 400 solo nel primo semestre del 2003.


Un mercato sicuramente irrisorio rispetto a quello globale dei prodotti dell'impotenza che, in Italia, secondo dati IMS HEALTH, nel 2002 ha raggiunto 1.929.668 pezzi venduti con un guadagno di 52.840.124 di euro, ma che lentamente, man mano che vengono “abbattute” resistenze e pregiudizi e superate difficoltà economiche, si va comunque affermando.


Nel corso del 6° Congresso di Chirurgia dei Genitali Maschili, che si è svolto a Torino, è stata presentata una nuova protesi peniena: la AMS CX 700 con Inibizione.


Si tratta di una protesi a volume variabile, per certi aspetti “rivoluzionaria”, in quanto oltre ad assicurare uno stato di completa flaccidità e rigidità peniena, consente un lento rilascio di antibiotici come minociclina e rifampicina, che le rende particolarmente efficaci nella profilassi delle complicanze infettive postoperatorie.


La concentrazione maggiore di antibiotici si ottiene verso l'ottavo giorno ed è assicurata complessivamente per 28, periodo in cui è maggiore il pericolo delle infezioni.

La chirurgia e i progressi tecnologici oggi sono in grado di rendere possibile l'erezione quando la terapia farmacologia è inefficace, mettendo a disposizione dell'urologo protesi idrauliche estremamente sofisticate, ben diverse da quella che impiantate anni or sono.


Le protesi assicurano una piena soddisfazione sessuale della coppia in quanto a desiderio, eccitazione, sensibilità ed eiaculazione rimangono inalterate.


La loro azione è quindi esclusivamente meccanica e, proprio per questo, l'attività sessuale, quando si desidera, può continuare anche dopo l'orgasmo.


Peccato però che in Italia le protesi siano condizionate dalla devolution sanitaria e rimangano solo un privilegio per pochi: infatti solo 38 su 335 reparti di urologia, cioè l'11%, sono in grado assicurare l'impianto dispensato dalla ASL.


Il sottoscritto, per il momento, riesce ancora a fornire agli utenti la gratuità totale dell'impianto protesico.In tutti gli altri casi il paziente deve rivolgersi alla struttura privata o acquistare le protesi direttamente dalla ditta fornitrice per poi impiantarle, previa autorizzazione della ASL stessa, in ospedale.


Le protesi peniene sono indicate quando la risposta ai farmaci orali o alle punture intracavernose, è risultata inefficace.


Piace anche agli obesi l'aumento delle dimensioni del pene.Oltre al colesterolo, all'ipertensione, alle difficoltà respiratoria ora anche la inadeguatezza delle dimensioni dei propri genitali.Sono loro, gli obesi, che ultimamente si rivolgono di più all'uroandrologo chiedendo un aumento delle dimensioni del pene.Nella maggior parte dei casi non si tratta di micropeni, ma di organi genitali nascosti dal tessuto adiposo del pube e dell'addome.

FIMOSI?!?...no grazie!


Per fimosi si intende un restringimento prepuziale per la quale la pelle che avvolge il prepuzio di uomini non circoncisi non riesce a scoprire completamente ed autonomamente il glande.


La fimosi può essere congenita o acquisita, parziale o serrata.

Congenita quando fin dalla nascita e nei primi anni di vita si manifesta un restringimento prepuziale.


In questo caso è consigliabile l'operazione solo se è serrata, se non serrata si può risolvere il problema con ripetuti esercizi per aumentare l'elasticità della pelle nella zona, anche se per esperienza non sortiscono grandi risultati.


Acquisita se si manifesta in età adulta in un uomo a causa di infiammazioni fungine o batteriche del glande o del prepuzio, in questo caso è solitamente necessaria l'operazione.


Ma quali sono i problemi che pùò dare una Fimosi?


Il primo problema, presente a qualsiasi età, è costituito dalla difficoltà a seguire una corretta igiene del glande e del solco balano prepuziale, in parole povere, della parte interna del prepuzio.


Quanto tale igiene quotidiana sia importante basti solo pensare che nei paesi dove la circoncisione è un rito per motivi tribali, religiosi o per costume, la percentuale di carcinomi del collo dell'utero è molto inferiore ai paesi occidentali dove la ritualizzazione della circoncisione non esiste.


Infatti la scarsa igiene del glande comporta poi la trasmissione, nei rapporti sessuali, di batteri, microrganismi e virus che possono essere causa di neoplasia a livello del collo uterino.


Anche la trasmissione di molte malattie veneree può dipendere da scarsa igiene o dal mancato rilevamento di alterazioni all'interno del prepuzio che, se fosse facilmente retraibile, sarebbero facilmente evidenziabili e curate.


Esempio principe sono la CONDILOMATOSI ovvero le
"Creste di gallo", malattia virale che può anche causare neoplasie dei genitali.


Molto frequentemente, specialmente nelle persone più anziane, una fimosi può celare la presenza di una neoplasia maligna del pene che si presenta come temibile sorpresa quando si esegue la CIRCONCISIONE e quindi si fa a scoprire il glande da molto tempo coperto.


Secondo problema, maggiormente sentito in età sessualmente matura, e spesso motivo del ricorso all'Andrologo, è il dolore,l'infiammazione fino all'impossibilità di espletare un normale rapporto sessuale.


Infatti, come è facilmente intuibile, è proprio in EREZIONE che la fimosi diventa insopportabile, impedendo la scopertura del glande e il normale scorrimento delle pelle del pene per un comodo e "piacevole" rapporto sessuale.


Bisogna infine sapere che in alcuni casi la fimosi è Causa di INFERTILITA' di COPPIA.
Infatti impedisce, nei casi di fimosi serrata, una normale fuoriuscita dello sperma, in parte o del tutto.


Ma allora che fare?
La soluzione è semplice, rapida, efficace e risolutiva, e si chiama: CIRCONCISIONE.

Friday, May 23, 2008

FITNESS e BENESSERE


Fitness e benessere

Prestazioni che non interferiscono

Il tema è da sempre controverso: sport e sesso sono incompatibili? Sull’annosa questione dibattono da anni molti esperti di settore che in gran parte, almeno fino agli anni recenti, hanno considerato le due “pratiche” incompatibili, per lo meno sotto il profilo del dispendio energetico.
Sarà vero?
Se ne è occupato un pezzo del New York Times arrivando a concludere che il sesso non limita la performance sportiva. Anzi.

Come salire le scale di corsa

Le discussioni non sono cominciate oggi, anzi pare addirittura che Plinio il Vecchio sia stato il primo a stabilire un legame con valenze positive: “Gli atleti se poco reattivi dovrebbero rivitalizzarsi facendo l’amore,” sentenziò nel 77 A.C.

Una visione moderna che a distanza di un secolo è andata in gran parte dispersa, perché, come hanno sempre sostenuto medici sportivi, l’attività sessuale comporterebbe un eccessivo dispendio energetico.
Vero? Beh verrebbe da dire che, per esempio, ai calciatori non sembra importare un granché, almeno a giudicare dalla fama di playboy incalliti che ormai precede quella di goleador, ma anche dal punto di vista fisico, come sostenuto in un recente meeting di medici sportivi che ha riabilitato l’attività sessuale, sembrerebbe una teoria da smentire.

Per ogni atto sessuale, infatti, si calcola una spesa energetica contenuta tra le 150 e le 300 calorie pari qualche rampa di scale salite di corsa. Un dispendio, perciò, tranquillamente compensato da una buona dormita di almeno otto ore.
Tutt’al più il problema potrebbe essere di natura emotiva, tenuto conto del coinvolgimento emozionale, ma di sicuro è altrettanto pesante dal punto di vista emotivo la “repressione” del desiderio.

Perciò sesso sì, preferibilmente nell’ambito di una relazione di coppia stabile e serena.
A ulteriore conferma poi vengono recenti ricerche citate dal New York Times. Che cosa dicono?

Cosa dicono gli studi
Di studi scientifici in realtà, specificano gli statunitensi, ad oggi ce ne è stato solo uno degno di nota, condotto nel 1995 all’università del Minnesota.

Si è trattato di misurare la performance atletica in 11 uomini dopo che avevano avuto un rapporto la notte precedente e un altro giorno dopo che si erano astenuti.
La misurazione è stata effettuata tramite il test del tapis roulant, una misurazione di routine della performance atletica.
Ebbene ciascun soggetto ha evidenziato un picco di prestazione in entrambi i giorni, chiaro segnale della mancata interferenza della prestazione sessuale.
Un gruppo di scienziati italiani, inoltre, nel 1999 ha riscontrato che i livelli di testosterone maschili crescono di pari passo con l’attività sessuale, conferendo così, concludono i ricercatori un maggior tasso di aggressività che può avere adeguato sfogo nella prestazione sportiva.
Non solo.

Un’altra ricerca inglese ha concluso, sconvolgendo convinzioni radicate da decenni, che per migliorare notevolmente le proprie prestazioni nella maratona sia utile fare l’amore la notte prima della corsa.
Le conclusioni sono evidenti.
Del resto vorrà pur dire qualcosa se un famoso giocatore come Ronaldo ha di recente dichiarato alla stampa: “Gioco meglio quando faccio sesso”. E se lo dice lui.

Fonte
New York Times